Colori d'autunno
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Colori d'autunno
Dalle temperature non si direbbe ma siamo già in autunno dal punto di vista meteorologico (periodo settembre-ottobre-novembre). Per l’autunno astronomico bisognerà invece aspettare il prossimo equinozio. La prima cosa a cui si pensa è il fogliame che (in modo estremamente variabile a seconda di specie e condizioni climatiche) inizia ad esibire le colorazioni vivaci di pigmenti diversi man a mano che la quantità di clorofilla diminuisce. Qui invece possiamo osservare le colorazioni di due specie di insetti fotografate all’inizio di settembre. Il primo è un bruco di Hylaes euphorbiae (Sfinge dell’Euforbia) già segnalato anche in passato sul taccuino. La colorazione di questa larva può variare notevolmente, ma presenta sempre una sequenza di bande nere trasversali contenenti macchie bianche simmetriche. È sempre presente un cornetto addominale e di solito anche una linea rossa dorsale. La seconda è lo stadio ninfale di un insetto ortottero, probabilmente si tratta della locusta egiziana (Anacridium aegyptium). In ogni caso si può notare come le specie utilizzino i colori nei modi più diversi per aumentare le probabilità di sopravvivenza. Alcuni, come questa locusta, cercano di confondersi con l’ambiente circostante. Questa tecnica può essere utile per evitare di attirare l’attenzione dei predatori, come in questo caso, ma anche per evitare di allarmare le potenziali prede (come avviene nelle mantidi o nei ragni del genere Thomisus per esempio). In questo caso si parla di mimetismo criptico o criptismo e la specie in questione cerca semplicemente di nascondersi. Altre specie invece esibiscono colorazioni molto vivaci (aposematiche) per scoraggiare i predatori e informarli che, per vari motivi (possesso di veleni, armi di altro tipo o sapore sgradevole) sarebbero prede pericolose o quantomeno indigeste. Forse il bruco di Hylaes euphorbiae potrebbe essere anche in grado di accumulare nei propri tessuti le tossine contenute nelle euforbie? Secondo uno studio (A. K. Hundsdoerfer, J. Ndaya Tshibangu , B.Wetterauer e M. Wink, 2005) sembrerebbe di no. Questi bruchi metabolizzano molto bene le tossine (esteri del forbolo) che tendono poi a scomparire nell’emolinfa così come in tutto il corpo della larva. I predatori però non devono cantare vittoria perché le tossine sono comunque contenute in grandi quantità nel materiale vegetale che si accumula nel tubo digerente. Inoltre il bruco può anche decidere di rigurgitare questo materiale sul nemico non appena si senta minacciato.
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Re: Colori d'autunno
Alcuni giorni dopo ho visto una sfinge piuttosto grande sul terrazzo. Ma non si trattava della forma adulta della sfinge dell'euforbia. Questa dovrebbe essere una sfinge della vite (Deilephila elpenor).
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Re: Colori d'autunno
Talvolta bruco è bello, come nel caso del bruco dell'euforbia!
Luigi
Luigi
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Re: Colori d'autunno
Che splendide foto, Daniele! e anche la sfinge mi sembra attraente! Quanto era grande?
Daniela
Daniela
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