Ciao a tutti; dopo due anni siccitosi torna d'attualità la costruzione della diga di Vetto: l'uomo bianco non può star fermo, non ha buona memoria e nemmeno un pizzico di buon senso. Il Consorzio di Bonifica dell'Emilia Centrale appoggiato dai sindaci dei comuni della media Val d'Enza e dai sindacati agricoli ha presentato ufficiale richiesta alla Regione per costruire la diga a Vetto, anzichè preferire la realizzazione di numerosi microbacini sparsi nel territorio.
Voi vivreste volentieri ai piedi di una diga in occasione di alluvioni eccezionali? Ai figli ed ai nipoti di chi risiede in Val d'Enza potrebbe toccare....
Diga di Vetto.
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Diga di Vetto.
nadia ed enrico, www.florautoctona.com
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Re: Diga di Vetto.
enrico bocchi ha scritto:Ciao a tutti; dopo due anni siccitosi torna d'attualità la costruzione della diga di Vetto: l'uomo bianco non può star fermo, non ha buona memoria e nemmeno un pizzico di buon senso. ....
Voi vivreste volentieri ai piedi di una diga in occasione di alluvioni eccezionali?
io no.
L.
Re: Diga di Vetto.
Buon giorno a tutti .
E' notizia di oggi (o per lo meno l'ho saputo oggi) 07/11/2017 che la regione ha approntato un tavolo di discussione sulla val d'Enza per affrontare i temi di siccità, viabilità e riqualificazione ambientale lungo tutto il tratto interessato dal nostro torrente.
Il fatto, a mio avviso sconvolgente, è che si sta riparlando a gran voce della diga di vetto ma non come invaso principale, in quanto l'ipotesi di fare un unico bacino sembra non essere più attuale, ma come un....o una.... serie di invasi più piccoli dislocati in punti non ben identificati per sopperire alla mancanza di acqua nel periodo estivo.
Va da sè che per fare questo occorre mettere mano anche alla morfologia dell'alveo che in questi anni è cambiata sostanzialmente (soprattutto a causa dell'erosione)...e quindi sicuramente si dovranno effettuare interventi di "ristrutturazione morfologica"..così chiamati...meglio noti come escavazioni per modellare l'alveo come vuole l'uomo e non come la natura ha deciso......e per fare questo occorrono strade e infrastrutture di accesso ai cantieri..che poi verranno trasformate in qualche modo in infrastrutture per la collettività (piste ciclabili, oasi verdi..etc..etc)
senza volere scadere in inutili discussioni da bar che come al solito non portano a nulla...faccio solamente due considerazioni..che possono essere o meno condivisibili
1) perchè le casse di espansione di montechiarugolo no sono mai state collaudate e non si pensa a un progetto di adeguamento per farle funzionare, invece di spendere soldi e tempo in progetti faraonici che potrebbero essere l'ennesima cattedrale nel deserto...o meglio lungo la val d'enza...?..come mai non si è ancora capito chi doveva fare questo e se non lo ha fatto perchè non è stato opportunamente sanzionato e messo nelle condizioni di doverlo fare? (ps io una risposta ce l'ho..come penso molti di voi)
2) ma se gli agricoltori si lamentano così tanto della siccità che li ha investiti quest'anno e si appellano a questo per chiedere a gran voce un aumento della disponibilità idrica, come mai non si lamentavano quando molti di loro hanno preso i contributi per costruire gli impianti di biogas che necessitano di colture di mais verdi (nb una pianta di mais consuma 250 l di acqua per crescere e essere adatta a questi impianti) per funzionare?...come mai non usano il tritticale che necessita di un terzo di acqua rispetto al mais per crescere?...e perchè la regione non sovvenziona gli agricoltori che intraprendono forme colturali meno idroesigenti?...faccio notare che i contributi della PAC che essi prendono possono essere integrati con forme contributive per interventi biosostenibili. I soldi della diga e degli altri progetti potrebbero essere spesi a favore di questi inrterventi.........
detto ciò ..vediamo come va a finire...anche se io un'idea ce l'ho gia....
grazie per l'attenzione
Buon lavoro
Lorenzo
E' notizia di oggi (o per lo meno l'ho saputo oggi) 07/11/2017 che la regione ha approntato un tavolo di discussione sulla val d'Enza per affrontare i temi di siccità, viabilità e riqualificazione ambientale lungo tutto il tratto interessato dal nostro torrente.
Il fatto, a mio avviso sconvolgente, è che si sta riparlando a gran voce della diga di vetto ma non come invaso principale, in quanto l'ipotesi di fare un unico bacino sembra non essere più attuale, ma come un....o una.... serie di invasi più piccoli dislocati in punti non ben identificati per sopperire alla mancanza di acqua nel periodo estivo.
Va da sè che per fare questo occorre mettere mano anche alla morfologia dell'alveo che in questi anni è cambiata sostanzialmente (soprattutto a causa dell'erosione)...e quindi sicuramente si dovranno effettuare interventi di "ristrutturazione morfologica"..così chiamati...meglio noti come escavazioni per modellare l'alveo come vuole l'uomo e non come la natura ha deciso......e per fare questo occorrono strade e infrastrutture di accesso ai cantieri..che poi verranno trasformate in qualche modo in infrastrutture per la collettività (piste ciclabili, oasi verdi..etc..etc)
senza volere scadere in inutili discussioni da bar che come al solito non portano a nulla...faccio solamente due considerazioni..che possono essere o meno condivisibili
1) perchè le casse di espansione di montechiarugolo no sono mai state collaudate e non si pensa a un progetto di adeguamento per farle funzionare, invece di spendere soldi e tempo in progetti faraonici che potrebbero essere l'ennesima cattedrale nel deserto...o meglio lungo la val d'enza...?..come mai non si è ancora capito chi doveva fare questo e se non lo ha fatto perchè non è stato opportunamente sanzionato e messo nelle condizioni di doverlo fare? (ps io una risposta ce l'ho..come penso molti di voi)
2) ma se gli agricoltori si lamentano così tanto della siccità che li ha investiti quest'anno e si appellano a questo per chiedere a gran voce un aumento della disponibilità idrica, come mai non si lamentavano quando molti di loro hanno preso i contributi per costruire gli impianti di biogas che necessitano di colture di mais verdi (nb una pianta di mais consuma 250 l di acqua per crescere e essere adatta a questi impianti) per funzionare?...come mai non usano il tritticale che necessita di un terzo di acqua rispetto al mais per crescere?...e perchè la regione non sovvenziona gli agricoltori che intraprendono forme colturali meno idroesigenti?...faccio notare che i contributi della PAC che essi prendono possono essere integrati con forme contributive per interventi biosostenibili. I soldi della diga e degli altri progetti potrebbero essere spesi a favore di questi inrterventi.........
detto ciò ..vediamo come va a finire...anche se io un'idea ce l'ho gia....
grazie per l'attenzione
Buon lavoro
Lorenzo
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Re: Diga di Vetto.
Bell'articolo sulla diga di Vetto, solo una precisazione: non furono gli ambientelisti ad impedirne la costruzione, ma solo il fatto che vennero a mancare i soldi, questo infatti venne detto per sottolineare la mancanza di peso del parere espresso dall'ambientalismo.
Anche affermare che il progetto Marcello andrebbe ancora benissimo al 99% è un bell'azzardo, io dico per fortuna che non è stata costruita questa diga, altrimenti avremmo già tremato durante le alluvioni che ci sono state dal 2000 in poi.
Anche affermare che il progetto Marcello andrebbe ancora benissimo al 99% è un bell'azzardo, io dico per fortuna che non è stata costruita questa diga, altrimenti avremmo già tremato durante le alluvioni che ci sono state dal 2000 in poi.
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Re: Diga di Vetto.
Gli invasi, idroelettrici o a scopo irriguo-potabile, rappresentano una iattura ecologica, innanzitutto perché annullano di fatto l’ecosistema a valle. Poi sconvolgono l’equilibrio idrico, le falde a valle si impoveriscono perché non sono più alimentate, quindi nel computo idrico totale ci si ritrova più poveri di acqua, non più ricchi. Infine vi è il problema gigantesco dei fanghi, che si accumulano e nessuno sa come smaltire: così spesso li si scarica a valle nelle cosiddette “pulizie” periodiche, completando la morte iniziata prima con il blocco quasi totale dell’acqua. Sono aspetti ovvi, chiari, comprovati da esperienza ormai secolare, ma nessuno li vuole considerare: gl’invasi rappresentano la panacea, la soluzione ai problemi del clima mutato. Ma per gl’invasi dell’Enza mi risulta esistere un problema aggiunto. Vent’anni fa avevo parlato con un geologo più anziano di me che, all’epoca dell’Università, aveva condotto uno studio, mi pare di ricordare una tesi di laurea, sui caratteri idrogeologici della val d’Enza. Mi diceva che questo fiume rappresenta un micidiale trasportatore di inerti, in questo ambito il maggiore dell’Emilia, e il suo Professore asseriva che solo uno sciocco o un folle avrebbe potuto pensare di predisporre invasi nel suo corso, poiché si sarebbero intasati di inerti, gli esiziali fanghi, in tempi brevissimi. In pochi anni i laghi nell’Enza non sarebbero affatto una riserva d’acqua, ma solo una fonte di problemi enormi. Studi di cinquanta o più anni fa, che oggi nessuno vuole ricordare. Perché? Non necessito certo io per rammentare che l’Italia rappresenta un triste campione di opere mal progettate e peggio eseguite: per molti l’opera ha un valore in sé, non nel risultato che si prefigge. L’opera smuove i soldi, che non solo “non olent”, ma proprio paiono profumare e attirano in tanti come gli effluvi dei fiori con le api. Certo che la diga non si è fatta sinora solo per mancanza di finanziamenti e non per le buone ragioni di geologi e ambientalisti! Noi ci dobbiamo accontentare di poter ancora parlare su un Forum, e forse ci sta pure andando bene. Ma quando arrivano i soldi, bambini non disturbate, che i grandi devono lavorare e rendere. Riccardo
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Re: Diga di Vetto.
Più chiaro di così!
L.
L.
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Re: Diga di Vetto.
Meno male che c'è ancora qualche oligoelemento come voi due Riccardo e Luigi coi quali m'intendo al volo
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